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THE INTERNATIONAL

Pubblicato su 29 Febbraio 2012 da Desirée Nocentini in CINEMA & TV

SCHEDA DEL FILM

Titolo: The International

Regia: Tom Tykwer

Paese: USA, Germania, Regno Unito

Anno: 2009

Durata: 118 min

Genere: Thriller

Sceneggiatura: Eric Singer

Cast: Clive Owen (Louis Salinger), Naomi Watts (Eleanor Whitman), Ulrich Thomsen (Jonas Skarssen), Armin Mueller-Stahl (Wilhelm Wexler), Brían F. O'Byrne (Killer della IBBC), Luca Barbareschi (Umberto Calvini), Alessandro Fabrizi (Isp. Alberto Cerutti), Luca Calvani (Enzo Calvini)

TRAMA

L’agente dell'Interpol di Lione Louis Salinger (Clive Owen) e il vice procuratore distrettuale Eleanor Whitman, indagano sui traffici illegali della IBBC, potente banca del Lussemburgo immischiata nel commercio di armi ai terroristi. Partiti da Berlino i due seguono le piste di denaro e giungono a Milano dove assistono all'omicidio di Calvini (commerciante d’armi e leader della nuova destra), attribuito dai Carabinieri alle Brigate Rosse ma in realtà commissionato dai vertici della IBBC che avevano visto sfumare l’affare col politico italiano. Esclusa la possibilità di ottenere qualcosa dagli eredi, la IBBC decide di vendere le sue armi scadenti a Siria e Iran per attaccare Israele. Cercando la verità, Salinger e la Whitman arrivano poi a New York e infine a Istanbul mettendo sempre più a rischio la loro vita.

RECENSIONE

Tema principale del film è la sempre attuale teoria della cospirazione che ben si adatta a mostrare il predominio del sistema sul singolo individuo, una superiorità che il regista mette in scena grazie all’uso di inquadrature in campo lungo che mettono in maggior evidenza la grandezza e l’inviolabilità dei palazzi (e quindi delle istituzioni che li popolano) rispetto agli uomini. Molto originale anche la scelta del direttore della fotografia di caratterizzare ogni città con una tonalità di colore diversa: Berlino (marrone), Lione (rosso), Lussemburgo (blu), Milano (ocra) e Istanbul (multicolore). Bellissima, anche se irreale, la sequenza della sparatoria al museo Guggenheim di New York (il cui interno è stato ovviamente riprodotto in studio).

Nonostante sia lodevole la scelta di non risolvere il film con azioni da supereroi, Tykwer tenta invano di far decollare il film basandolo sulle indagini e sui dialoghi. I presupposti ci sono tutti: il potere delle banche, la sete di denaro, la vendetta all’italiana, le paranoie, il terrorismo internazionale ma nessuno di questi argomenti è adeguatamente sviluppato lasciando allo spettatore solo un quadro generalizzante dei problemi della società moderna. Si sa, chi troppo vuole, nulla stringe! Da criticare anche l’immagine che il film da dell’ Italia: sarò anche di parte ma politici emergenti che cercano di arricchirsi in modo illegale e forze armate corrotte non ci fanno certo una bella pubblicità.

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