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LAVORATORI... TIÈ

Pubblicato su 15 Aprile 2012 da Desirée Nocentini in EVENTI & NOTIZIE

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Con il benestare del governo, molti lavoratori hanno firmato con la loro azienda un accordo per l’uscita dal lavoro, dando degli incentivi perché non raggiungevano a fine mobilità i requisiti per la pensione. Visto che l’età del pensionamento si è spostata in avanti, ora si trovano senza stipendio, senza incentivo e senza pensione. Fra esodati e mobilitati queste persone sono 350.000.

Molte le storie di ex lavoratori che sono incappati in questa trappola del sistema. Il ministro del Lavoro Fornero afferma che la manovra ha limitato il rischio di cadere nel baratro e che le misure sono state fatte per gli italiani, e non contro di loro: difficile spiegare a chi non ha un reddito, che tutto questo è fatto a favore dei cittadini.

La Fornero ammette che la riforma delle pensioni è severa ma necessaria per evitare un’alternativa ancor più drammatica, ovvero l’impossibilità dello Stato di pagare qualsiasi pensione. L’attuale governo, continua il ministro, “è stato chiamato perché c’era un lavoro sgradevole da fare, non perché si potevano distribuire caramelle”, perché quello avrebbe potuto farlo anche il governo precedente.

Accorgendosi dell’elevato numero di persone senza tutela,  il 27 gennaio il parlamento ha proposto un emendamento per salvare il 30-40% degli esodati e mobilitati, prolungando gli accordi stipulati con le aziende per altri 36 mesi. Ma nonostante il parere favorevole della Commissione lavoro, che aveva trovato anche la copertura finanziaria, il giorno dell’approvazione il ministro Fornero blocca tutto chiedendo di non modificare le norme in atto.

Il comitato degli esodati esprime anche la volontà di tornare a lavorare e la Fornero non esclude questa possibilità, ma in casi come quello di poste italiane, gli accordi non prevedono un eventuale riassunzione. L’unica possibilità per la Fornero, è quindi quella di garantire a queste persone un reddito tramite il sussidio di disoccupazione.

 

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